*SCUOLA PUGLIESE: “ANCORA TAGLI SUL PERSONALE ATA PER IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO” – NESSUNO SFORZO SUGLI ORGANICI DEGNO DI NOTA NELLA DIREZIONE DELLA PANDEMIA IN ATTO”.*

*SCUOLA PUGLIESE: “ANCORA TAGLI SUL PERSONALE ATA PER IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO” – NESSUNO SFORZO SUGLI ORGANICI DEGNO DI NOTA NELLA DIREZIONE DELLA PANDEMIA IN ATTO”.*

Se da una parte il legislatore si impegna, almeno a parole, anche facendo ricorso alle discutibili misure previste nel PNRR per il decongestionamento delle classi affollate, dall’altra in Puglia si tagliano, come se nulla fosse accaduto, quasi 100 posti di personale ATA. Per il prossimo anno scolastico, quindi, salteranno 29 posti di assistente amministrativo e 65 posti di collaboratore scolastico, oltre a non vedere stabilizzato il cosiddetto organico Covid e gli assistenti tecnici in ciascuna scuola del primo ciclo”.
A svelarlo è Gianni Verga, segretario generale della UIL Scuola Puglia, che invita a “non farsi trarre in inganno dal numero, pure consistente, di 9.914 alunni in meno”.
“Non può certo essere questo il parametro per calcolare il personale ATA – continua Verga – è un criterio ormai superato e chiaramente inefficace che non tiene conto degli ambienti scolastici e della burocrazia che, per via della emergenza sanitaria, hanno decisamente influito su una vera e propria trasformazione delle scuole”.
Numeri alla mano, “le scuole che funzioneranno in Puglia il prossimo anno scolastico saranno 631 di cui 9 sottodimensionate al parametro 500 alunni. Al momento, peraltro, non c’è nessuna rassicurazione rispetto alla conferma dell’organico Covid per il prossimo anno scolastico che, secondo il nostro punto di vista, dovrebbe essere necessariamente stabilizzato. Né ci risulta si sia tenuto conto dell’aumento del numero di alunni provenienti dall’Ucraina”.
“Sono necessarie – fa ancora eco Verga – opportune strategie politiche che puntino oltre alla revisione dei criteri per il calcolo degli organici anche alla revisione dei profili professionali, da un punto di vista giuridico ed economico, unitamente all’attivazione delle figure che sono rimaste sulla carta. Specie in questo periodo contraddistinto dagli strascichi della pandemia, da un’emergenza economica e sanitaria, non è tempo di politiche di contenimento, ma di politiche espansive. I contingenti che il Ministero ha comunicato non rispondono alle vere necessità delle scuole per far fronte alle numerose prescrizioni amministrative e igienico-sanitarie. La scuola pugliese e meridionale in generale continua a pagare una scarsezza di risorse, economiche ed umane, arrivate oltre ogni livello di guardia. I dati, impietosi, dicono che il senso del dovere dei lavoratori della scuola da solo non basta più e che senza investimenti e stabilizzazione degli organici e dei precari sarà un’impresa titanica anche aprire le porte degli istituti per il prossimo anno scolastico”.

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